Attorno ai letti in cui soffrono – e muoiono – migliaia di italiani, attorno agli ospedali in cui medici e infermieri si prodigano instancabilmente – anche per rimediare a un’organizzazione sanitaria indebolita e sfregiata da tagli e logiche rapaci – , attorno alle case in cui il disagio dell’isolamento si unisce all’apprensione per sé e per i propri cari e alla preoccupazione per il futuro di tutti, si è ormai scatenata una macabra danza di politici irresponsabili e di demagoghi sfaccendati che seminano ad arte i germi del catastrofismo con l’intenzione non tanto nascosta di evocare il “tanto peggio, tanto meglio”. Gente che dipinge un’Italia in preda a jacquerie e assalti ai forni – anzi sembra spingerla verso questo scenario- con l’intento di lucrare qualche spicciolo di consenso sulla tragedia degli italiani. Tra loro c’è chi a questo esito affida le proprie speranze di nascondere il fallimento delle proprie imprese politiche, di quelle di ieri e di quelle più recenti. Chi da subito aveva mostrato –nei partiti di opposizione e sui giornali- una irriducibile avversione nei confronti del governo “giallo- rosso” aspetta con ansia di poter dire: avete visto, l’avevamo detto. Continua a leggere “Far finta di essere sani”
Viviamo “strani giorni”
Viviamo “strani giorni”. Giorni di sospensione e di incertezza, giorni vissuti in apnea. Giorni nei quali le ansie per sé e per i propri famigliari convivono con un rinnovato senso di appartenenza che ci rende partecipi di una comune sollecitudine, che fa delle vite degli altri un bene comune di cui preoccuparci. La trama del possibile “contagio” è una rete invisibile della quale sentiamo di essere parte. Avvertiamo, come se prima non fosse così, come se solo ora ce ne fossimo resi conto, il legame profondo che lega ciascuno alla comunità di cui è parte. Viviamo strani giorni. Continua a leggere “Viviamo “strani giorni””
La vittoria del buon governo e delle radici antiche della sinistra
L’attenzione parossistica con cui sono state seguite le Elezioni in Emilia Romagna – molto meno in quelle che si sono svolte in Calabria – è derivata dal fatto che Matteo Salvini ha fatto dello scontro elettorale l’occasione per dare una spallata al governo e per certificare l’estinzione della sinistra in una regione simbolo del riformismo. Continua a leggere “La vittoria del buon governo e delle radici antiche della sinistra”
La destra c’è; la sinistra va costruita
Che Matteo Renzi abbia deciso di abbandonare il Pd non è stata certo una sorpresa. Più sorprendente, se vogliamo, è invece la reazione, impacciata, politicamente discutibile, di Zingaretti e dei suoi. A partire da quelli di Como. Continua a leggere “La destra c’è; la sinistra va costruita”
Popcorn finiti/ Tre grazie per la svolta politica
Una decente ecologia della discussione consiglierebbe una certa sobrietà non solo nei toni ma anche nella frequenza degli interventi. Tanto più che la rubrica degli argomenti – e delle emozioni – espressi dopo la conclusione della crisi di governo non sembra presentare vuoti così vistosi da richiedere integrazioni decisive. Continua a leggere “Popcorn finiti/ Tre grazie per la svolta politica”
Non basta un dormitorio per i sans papier abbandonati dalla politica
Continuo a chiedermi se la vicenda della mozione sull’apertura di un dormitorio pubblico possa davvero rappresentare uno spartiacque per il futuro della città. Va dato atto ai consiglieri che si sono spesi lodevolmente a suo favore di avere fornito la testimonianza di un’apprezzabile sensibilità etica contribuendo a evidenziare l’insostenibilità di politiche e di atteggiamenti come quelli della giunta di Landriscina e di alcuni pasdaran della Lega rispetto alle tradizioni solidaristiche della città. Continua a leggere “Non basta un dormitorio per i sans papier abbandonati dalla politica”
Invettiva sulla Regione di Formigoni
Sulla carcerazione di Roberto Formigoni è sceso il silenzio. Giustamente, se si parte dal presupposto che si debba portare rispetto sempre e a chiunque, in primis agli avversari politici caduti in disgrazia. Nel Paese di Fabrizio Maramaldo è sempre bene ricordarlo. In modo meno opportuno se si considera invece quanto, nel bene e nel male, la lunga stagione del potere formigoniano abbia segnato in profondità il profilo di Regione Lombardia. Continua a leggere “Invettiva sulla Regione di Formigoni”
Il lascito di Renzo Pigni
Il lascito di Renzo Pigni ci impegna a coltivare lo stesso impegno intransigente a favore dei principi repubblicani, la stessa passione per la politica, lo stesso attaccamento alla sua e nostra città. Farne memoria oggi, sotto l’urto dell’ emozione per la sua scomparsa e l’affiorare dei ricordi delle esperienze condivise, spinge a meditare sulla definizione che dava di se stesso come di un “socialista umanitario”, alieno da qualsiasi rigidità ideologica ed estraneo ad ogni pulsione settaria, ma sempre intransigente nella scelta di stare da una parte: per la democrazia, la giustizia sociale, l’esercizio della politica come spirito di servizio.
Una narrazione violenta e truffaldina
Viva le élite
Lo so che in politica bisognerebbe sempre accettare che la gente sia così com’è e partire da lì (lo dice sempre anche Bersani), e che bisognerebbe far finta di niente di fronte ai congiuntivi sbagliati e ai conflitti d’interesse, agli sguardi ebeti di un ministro e ai conflitti d’interesse del premier. Bisognerebbe sempre ammettere che a sbagliare siamo stati noi. Continua a leggere “Viva le élite”
Como: sinistra afasica e cricca lumbard
Anche da noi c’è un pezzo di società (di “ceto medio riflessivo”?) che si sente assediato di fronte a un senso comune che sembra un pack impermeabile a qualsiasi sollecitazione e in grado di anestetizzare anche notizie ed eventi che in altri tempi avrebbero suscitato reazioni corali, uno sdegno generale o quantomeno perplessità diffuse. Continua a leggere “Como: sinistra afasica e cricca lumbard”
Sinistra sconfitta/ Non ci aiutano le semplificazioni
Riempire con il risentimento e con il rancore un tempo come l’attuale, nel quale abbiamo preso atto delle radici profonde e antiche di una sconfitta che va oltre il risultato di un’elezione disgraziata e in cui tentiamo faticosamente di cercare un senso a una storia che vogliamo continuare a far vivere non mi sembra una buona idea. Continua a leggere “Sinistra sconfitta/ Non ci aiutano le semplificazioni”
L’unità antifascista è un valore/ No all’estremismo di destra della Lega al governo
Sono giornate in cui la possibilità di esprimersi con lucidità è fortemente ridotta dalla casualità che sembra incombere sul corso degli eventi. È anche per questo che l’epochè degli scettici torna a essere una strategia apprezzabile, piuttosto che una via di fuga. Continua a leggere “L’unità antifascista è un valore/ No all’estremismo di destra della Lega al governo”
Fermi di destra per la destra, non per Como
Ve lo devo confessare. Che Fermi (o un altro degli eletti di Como) possa o no diventare assessore nella giunta di destra della Regione Lombardia è cosa di cui non mi importa assolutamente un fico secco. E poi mica stiamo parlando di Enrico Fermi, ma del recordman di preferenze di Forza Italia alle sue ultime battute. Continua a leggere “Fermi di destra per la destra, non per Como”
Paulo maiora
Sembra di capire che non si possa fare a meno di parlare della campagna elettorale, della sua conclusione ormai imminente e di ciò che accadrà dopo il 4 marzo. Il rischio, oltre a quello della propaganda, è quello di smarrire il filo logico di una riflessione sulle radici dell’attuale stato delle cose, inseguendo la schermaglia alimentata dalla tempesta quotidiana delle dichiarazioni, dei comunicati, dei sondaggi, dei post sui social, in cui tutti – dico tutti – quelli che scrivono lo fanno ormai per confermare le loro scelte e per cercare di scavalcare gli avversari nella graduatoria dei like. Continua a leggere “Paulo maiora”
Razzismo liceale
Che cosa è successo alla scuola italiana se – come documenta Repubblica – può accadere che importanti Licei di città importanti cerchino di attrarre studenti con espressioni del tipo: «Tranne un paio, gli studenti sono italiani, e nessuno diversamente abile. Tutto ciò favorisce l’apprendimento» (Classico Visconti, Roma), oppure: «Gli studenti del classico hanno provenienza sociale più elevata. Ciò nella nostra scuola è molto sentito», o ancora: «L’assenza di gruppi particolari (nomadi o provenienti da zone svantaggiate) dà un background favorevole» (Classico D’Oria, Genova)? Non sono solo i contenuti di qualche brochure scritta di fretta in vista degli open day (formula di uso comune ma, si consenta, inutilmente esterofila e stupidamente inespressiva) ma testi ricavati da documenti i cui acronimi sono degni di una sciarada della Settimana Enigmistica. Continua a leggere “Razzismo liceale”
Le mani sui diritti
Ti aggiri per il centro di Como ma potresti essere ovunque. Non fosse che per le architetture delle piazze e delle chiese, per qualche palazzo affacciato lungo il cardo e il decumano della antica città romana, per le mura e per i cortili di via Volta e di via Vittorio Emanuele, faticheresti a trovare i segni delle generazioni passate. Continua a leggere “Le mani sui diritti”
Lettera aperta a Severino Proserpio
Caro Severino, qualche giorno fa ho letto un tuo post che mi ha fatto riflettere: vi affermavi che saresti ritornato in Italia per votare le liste di Liberi e Uguali alle elezioni politiche ma che avresti espresso invece la tua preferenza per Gori nel voto per il Consiglio regionale. Continua a leggere “Lettera aperta a Severino Proserpio”
Una città dei balocchi pensata per renderci degli allocchi
«Conviene diffidare di tutto ciò che è leggero e spensierato, di tutto ciò che si lascia andare e implica indulgenza verso la strapotenza dell’esistente». Quando Theodor W. Adorno scriveva queste parole correva l’anno 1944 e dal suo esilio negli Usa – dovuto alle persecuzioni degli amici degli skinhead – osservava sgomento le dinamiche sottilmente totalitarie che si andavano impadronendo delle coscienze dei suoi nuovi connazionali. Da noi, nella vecchia Europa, la liquidazione dei formalismi e delle convenzioni, da lui difesi come uno dei baluardi della dignità degli individui, non era ancora all’ordine del giorno. Nelle foto d’epoca di uomini politici e capitani d’industria, di giornalisti e dirigenti sindacali, tutti sono rigorosamente in giacca e cravatta. Nelle registrazioni dei loro discorsi, talvolta ricorrono circonlocuzioni faticose ma mai banali, la prossemica è contenuta, la battuta è un’eccezione, lo slogan è sempre denso di significato. Continua a leggere “Una città dei balocchi pensata per renderci degli allocchi”
Un Craxi senza politica
Così anche in questa circostanza di manifesta, ad esempio la tendenza a una esasperata personalizzazione delle responsabilità che prescinde dalla considerazione del quadro politico dell’epoca, dalla storicizzazione dei comportamenti e dal radicamento delle rispettive convinzioni ideologiche delle forze in campo. La conseguenza è che lo scontro sembra ridursi al seguente dilemma: Craxi è stato un importante innovatore della cultura politica (della sinistra) e uno straordinario statista, al netto delle innegabili infortuni in cui è incorso a proposito della “questione morale”/ i comportamenti emersi dalle inchieste giudiziarie e la percezione che di essi l’opinione pubblica aveva maturato anche negli anni precedenti fanno premio sugli eventuali meriti dell’uomo politico.
Gli scenari internazionali e il limite del Pci
Craxi postumo